Sono la culla dei sogni, Dimora dei ricordi, che ti fan visita quando calmo riposi, Sono la luce di una stella, E dal cielo scesi in terra, immersa in un mare d'irrealtà E nuotai, proiettato in un passato, In cui privato dei sogni cercavo di fuggire da me Sono il fiore ormai appassito, Un bambino intimorito, che resiste in un mondo ormai non più suo, Sono il tempo che hai perduto, Un poeta reso muto da un futuro negato ma mai dimenticato. E dimenticai tutto, E poi di nuovo danzammo fra riflessi Che celano sguardi di malinconica agonia Tetri sospiri imperversano e attraversano l'anima Dentro me! Incubi scuotono la mia mente Vengo cullato da un abbraccio ormai dimenticato Non ti sento più! E scompaio nelle fauci dell'eterno Sogni di un'anima persa Riempiono il cielo di stelle E la loro luce riflessa si manifesta come entità del presente Un'Argentea visione ancestrale Avvolge il mio cuore e comincia a cantare Mi culla fra le onde ormai fredde, E rende chiaro il Fato che ora mi attende Mistico manto mi accogli; il mio mondo m'immerge in mostruose carezze, Ma mentre quel mondo mi ammalia io Muoio e m'imbriglio in mille incertezze Rinchiuso tra fauci di morte, rapito, non posso resistere più Reprimo ambizioni, rifletto emozioni, resisto nel limbo quaggiù Tetri sospiri imperversano e attraversano l'anima Dentro me! Incubi scuotono la mia mente Vengo cullato da un abbraccio ormai dimenticato Non ti sento più! E scompaio nelle fauci dell'eterno La bellezza è mutevole, e può accecare chi osserva incauto. Perduto fu l'impavido, ucciso dai suoi stessi desideri. Cosa siamo noi, se non cercatori di false promesse? Se non servitori di cotanta bellezza chiamata inganno? Comincio a sognare di nuovo, il posto che chiamavo casa, Comincio a dimenticare il calor del mattino. Il risveglio lascia il posto alla calma della sera, Ed il suo canto, Melodioso e malinconico, tortura il mio eterno vagare...