Un pallido viso mi guarda da lontano Mi tocca con lo sguardo, mi osserva mentre prego Conforta l'esistenza, prendendomi per mano Mentre io sopravvivo nella vita che rinnego Mille falene, custodi di segreti perduti Nascondono alla mia vista un perdono che cerco da tempo E che tento di avere da te Siamo come riflessi nel letto di un oceano Siamo come alberi d'autunno, spogli e fragili Siamo come rose adagiate su un trono di spine Siamo i figli del passato, di un ricordo abbandonato Lacrime d'argento come gocce di rugiada Ricoprono il mio mondo d'ineffabile illusione E una luce così vera finalmente il buio occlude Ma quest'argentea tela non è altro che una storia Una maschera che vesto per nascondere il mio pianto Non resisto un altro attimo, da solo dentro me Il vento ti accoglie, oh luna, mia regina Tu che fatichi a mostrarti a noi Tu che come me ti nascondi nella notte Celi la tua divina bellezza Siamo come riflessi nel letto di un oceano Siamo come alberi d'autunno, spogli e fragili Siamo come rose adagiate su un trono di spine Siamo i figli del passato, di un ricordo abbandonato Un pallido viso mi guarda con amore Mi tocca con lo sguardo, prova a spegnere il dolore Riflettendo in sé le colpe, lei mi prese per mano Mi strinse quando urlai nel mio antro disumano E ancora vivo Distruggo i riflessi di me penitenti E sento dentro me pulsare i sentimenti Rinasco in me Tienimi per mano lungo questo viaggio Il tuo semplice abbraccio riscalda l'inverno che c'è in me