Torna, vezzosa Fillide, Al caro tuo pastore; Lungi da tue pupille Pace non trova il cor. Al caro tuo soggiorno Io sempre volgo il piè E grido notte e giorno: Fillide mia dov'è? Domando a quella sponda: Fillide mia che fa? E par che mi risponda: Piange lontan da te. Domando a quello rio: Fillide mia dov'è? Con rauco mormorio Dice: Piangendo sta. Il caro tuo sembiante, Fonte d'ogni piacere, Il miro ad ogni istante Impresso nel pensier. Ma rimirando allora Ch'egli non è con me, Grido piangendo ognora: Fillide mia dov'e? Son fatte le mie pene Un tempestoso mare; Non trovo, amato bene, Chi le potrà calmar. Che fa la morte, oh Dio, Che non mi chiama a sé? Gridar più non poss'io: Fillide mia dov'è? Che fa la morte, oh Dio, Che non mi chiama a sé? Che non mi chiama a sé? Che non mi chiama a sé?