In balia delle maree, vento forte di tramontana Spiego la mia civada, corro senza una strada E vado via, sulle galee, fendo l'acqua gelata Un marinaio mi ha detto che annegare è come tornare a casa Agonia, dammi da bere acqua salata Empatia contraria: io muoio e lei vive Donami un'anima Così sia, Euridice, cammino senza voltarmi A volte è amaro ciò che dice, è sinestesia Quasi disarmato: ho solo un colpo in canna e sono circondato Apro la bocca, sparo Amerò il soffio del vento nel grano Con un soffio di fiato dimmi "Ti ho amato" Scoppia il pianto e poi a terra freddato Nel giardino di Monet quando suona il piano Note come proiettili bucano il mio apparato E vorrei tanto sentirmi appagato Ma sono Adamo, ripudiato e cacciato da ciò che mi ha creato Il mio viso è senza mimica, sorrido Smorfie di rito e fatica biblica, tu puoi ferirmi ma Conosco mille modi per uccidere un uomo e nemmeno uno prevede la morte fisica Taccio ciò che l'occhio vede Bacio perché cazzo, ho sete Ci rivediamo una di queste sere? Io aspetto una risposta e resto qua a sedere e tu? E tu sei fredda e muta, come la neve Scrivo fogli che imbottiglio, chiedo a chi riceve "Annegare è arrembaggio andato male o ammaraggio andato bene?" Io aspetto un salvataggio e grido "Ammiraglio, la morte è il dolce bacio di queste sirene" E vado giù, affondo nel nero umido Andarsene fa paura e pensarlo sai a volte è stupido Un ultimo sguardo a quel cielo nuvolo e adesso? Sono così solo da sentirmi unico Navigherò nel cuore delle notti di alta marea Con te che sei l'ultimo fiato prima dell'apnea Ora che il faro non ci vede e non si vede il faro Queste acque placheranno la mia sete Navigherò nel cuore delle notti di alta marea Con te che sei l'ultimo fiato prima dell'apnea Ora che il faro non ci vede e non si vede il faro Queste acque placheranno la tua sete