Questa è la storia di un uomo senza più catene Da dove sia venuto nessuno lo sa bene Lui conosce il dolore ma lo tiene lontano Stringe solo ciò che regge il palmo di una mano Ha affermato la sua mente all'altezza del cuore E dipinge ogni gesto coi colori dell'amore Ogni grigio mattone è caduto tempo fa Ora è un uomo diverso senza più necessità Il suo nome è Giovanni ha 64 anni, sorride ogni giorno sin dal primo mattino Passa il tempo rovistando in un cestino Qui nel parco lo conosce ogni bambino Ma nessun vuol sapere o guardare oltre il giardino La distanza e proiezione di quello che in realtà Ci è più vicino Così ciascuno passa avanti e riprende il suo cammino E non cerca domani E non sente più ieri Tra le mani di sabbia Non trattiene i pensieri Solo il 10 novembre Puoi sentirlo gridare Lo si può trovare sempre al parco comunale Un angelo barbone che fa guardia contro il male Per i grandi è solamente un matto da evitare Ma lui veglia sui bambini perché l'orco può tornare Come un santo protettore Scappato dall'inferno Cammina a piedi nudi Sia d'estate che di inverno Ogni falsa speranza è caduta tempo fa Ora è un uomo diverso senza più necessità Come un santo mendicante ora non possiede niente S'è spogliato del passato Ha lasciato alle sue spalle La sua forma più arrogante Si trascina per la strada fischiettando dolcemente Il dolore pesa meno se disciolto in ogni istante E la sola melodia che adesso sente E' l'eternità illusoria del pensiero E non cerca domani E non sente più ieri Tra le mani di sabbia Non trattiene i pensieri Solo il 10 novembre Puoi sentirlo gridare Per la gente del quartiere è un povero demente Che cammina senza meta Con uno sguardo assente, non ricordano che un tempo Controllava la sua vita ma Che quella di suo figlio dalle dita gli è sfuggita Il tempo è denaro e non si può sempre giocare Ti ho portato anche ai giardini, fammi lavorare Questo sempre diceva, ma è stato tempo fa Ora il figlio non chiama, non cerca il suo papà Il suo nome è Giovanni, ha 64 anni Ha inventato un calendario senza affanni Solo il 10 di novembre Nella nebbia del mattino Puoi sentirlo urlare il nome di un bambino E' il passato che ritorna e lascia senza fiato Una crepa che si apre nel suo viso ormai strappato E guardando oltre quel muro puoi vedere il suo destino Stilla il sangue delle rose sulla neve del giardino E non cerca domani E non sente più ieri Tra le mani di sabbia Non trattiene i pensieri Solo il 10 novembre Puoi sentirlo gridare Una voce nel vuoto E un nome che ormai Non sa più pronunciare.