Nelle vene già quasi vuote tombe L'ancora galoppante brama Nelle mie ossa che si gelano il sasso Nell'anima il rimpianto sordo L'indomabile nequizia, dissolvi Dal rimorso, latrato sterminato Nel buio inenarrabile Terribile clausura Riscattami, e le tue ciglia pietose Dal lungo tuo sonno, sommuovi Il roseo improvviso tuo segno Genitrice mente, risalga E riprenda a sorprendermi Insperata risùscitati Misura incredibile, pace Fa, nel librato paesaggio, ch'io possa Risillabare le parole ingenue