La bacerò sul viso La bacerò sul viso Perché non ha l'età perché non ha deciso e se lei mi bacerà La bacerò sul viso Dolce come un rimpianto come l'amore di Giugno Di perle e di bastoni si frastaglia il tempo Un tempo avevo il tempo per le bambole e i giocattoli Poi divenni uomo, e fu la banda comunale dietro l'angolo suonavo aimè il triangolo La banda mi promuove alla grancassa solo dopo dodici anni di triangolo E sfiguravo io dinanzi a te mia dea o regina del susafono Che dolce bel suonar Bella come un fucile immacolato come la guerra tra due innamorati Come lo stagno dove un tempo ci tentavo con la pesca gettai la canna poi nel più vicino campo Quando colto da un tuo cenno mi tentasti per andare a far nocciole Nel giardino di quel ricco ti sei accorta che non suono più il triangolo La bacerò sul viso La bacerò sul viso Perché non ha l'età perché non ha deciso e se lei mi bacerà La bacerò sul viso Be io con la grancassa avevo un aria da signore Ma il tempo non mi apparteneva tanto, come ti appartiene di battesimo il tuo nome Scoprii tardivamente si poteva anche cambiare E allora diciottenne perché mai chiamarmi ancora Giangottardo Montemora. Filippo Pennabianca alla grancassa suonava molto meglio Non ci si stanca più di dirlo dentro casa Un colpo alla grancassa e un colpo al cuore filava tutto dritto Filippo mi vestiva così bene, cercandoti la sera a colpi forti, forti si da far tremare Le finestre d'oltre mare La bacerò sul viso La bacerò sul viso Perché non ha l'età perché non ha deciso e se lei mi bacerà La bacerò sul viso Bella come la vita che ho passato da Filippo Pennabianca suonatore di grancassa Guardandoti sbuffare con amore, mancante di coraggio, parlandoti con gli occhi Senza far rumore porto ancora in fondo al cuore il suono dolce del triangolo Di quando ce ne andammo a far nocciole io e te