È già la notte inchina Dopo tanti anni di sangue sgomento e pianti, metalli, cavalli e fanti Davanti ho un'altra carneficina Non è un idilio È la distruzione Ilio Tramando da padre in figlio La guerra fatta per la regina La più bella del mondo disse Afrodite La causa di questa lite Motivo di trame ordite È la guerra signori udite L'ulivo, il grano e la vite Non salveranno le nostre vite (fuggite!) Ho sentito dell'Ira del figlio di Peleo Delle navi di Agamennone lungo l'Egeo Dello scontro tra popolo Acheo ed Ilioneo Della morte degli eroi per volere di Zeus Pareva andasse bene e che a spiegate vele Le navi greche ripiegassero verso Micene Le porte d'Ilio s'aprirono per le genti liete Fuori gli accampamenti vuoti ed una strana quiete Fine dell'assedio? Non sembrava vero Poi lungo il sentiero, videro un gran destriero Per Timete un premio da portarsi dietro Pensava a una sacra offerta fatta dal nemico greco Illuso Ma c'era un uomo che storceva il muso Pronto a dare contro alle follie di quel popolo ottuso, Che l'ha bevuta come acqua da una fonte, Senza dare retta alle grida di Laocoonte "O cechi, o folli, O uomini sventurati, Davvero non vedete che i greci vi hanno ingannati? Davvero credete ai nemici di questo regno? E che nessuno si sia nascosto dentro a quel legno? Dai, siamo nei guai Non fidarti dei doni dei Danai C è una guerra che non finirà mai Colpendo con la mia lancia il cavallo destai il dubbio, Così Pallade Atena mando chi ben sai" Porcete, Caribea Erano immani serpenti mandati dalla Dea, Ondeggiando coi dorsi fuori dalla marea Spuma, nebbia intorno, distruggendo più di una galea Giunti alla riva con gli occhi di fuoco accesi Emettevano suoni intensi, rendevano i nervi tesi Tutti gli altri propensi a fuggire ad uscirne illesi Laocoonte senti un boato poi vide i suoi figli appesi Due fratelli ed un destino nefasto Di cui ne fecero un crudo e miserabile pasto Era giunto in aiuto e si trovò in un incastro Tra le spire di quei draghi finché il corpo fu esausto Avvolto dalla potenza di una carezza Tra le membra costrette il fiato si spezza Con un urlo che squarcia la compostezza: Un'immagine sublime, il dolore nella bellezza "O cechi, o folli, O uomini sventurati Davvero non vedete che i greci vi hanno ingannati? Davvero credete ai nemici di questo regno? E che nessuno si sia nascosto dentro a a quel legno? Dai, siamo nei guai, Non fidarti dei doni dei Danai, C è una guerra che non finirà mai, Colpendo con la mia lancia il cavallo destai Il dubbio così Pallade Atena mando chi ben sai"