La miseria Aveva il colore Dei campi Dove andavo A rubare Il gusto E il sapore Della fame Che manca lavoro Non c'è che fare L'arroganza Di quei gabellotti Che per mandarmi Sotto terra Per il lavoro Di un giorno In miniera Mi chiedevano Mia sorella Lasciammo il sole Chiuso dentro casa E partimmo In un treno di notte Le madri in stazione Piangevano a dirotto E sventolavano Fazzoletti Ci chiedevamo Seduti in quel treno Se le avremmo riviste Se saremmo tornati Ci chiedevamo Com'era il mondo perché Da li Non eravamo Mai usciti Voglio fuggire Non siamo carusi Lascio la terra Di questi soprusi Voglio fuggire Da questo padrone Sono passato Dallo zolfo al carbone Sotto terra il mondo Sembra lo stesso Si muore di caldo Ovunque tu sia Le sfumature Di polvere in aria Disegnano mostri Poi scappano via I colori del fumo Sui volti degli uomini Insegnano La geografia È dal colore Delle facce sfinite Che ti ricordi In che paese tu sia Ancora oggi Si scava la terra Per cercare Diamanti e carbone E ventimila morti In un anno in Cina A casa nostra Non fanno rumore Nulla è cambiato Sotto questo cielo Nelle miniere C'è sempre chi scava E quegli uomini Sono miei fratelli Col volto coperto Dalla polvere nera Nulla è cambiato Sotto questo cielo E a cantarlo Sembra una pazzia Per accontentare La belva di un mondo Affamato Di soldi e energia Ma sottoterra Siam tutti fratelli Cinesi, italiani Polacchi, spagnoli Tutti a scavare Per lo stesso padrone E noi fuggiti Dallo zolfo al carbone