Ogni uomo concorre a un frammento di Creato, E' il momento d'un dono simultaneamente dato Che natura mortale lo condanna a recepire In dosi minime. E quel senso di inutilità Di ogni azione che governa la realtà E' il vuoto potere di chi trionfa sull'attimo. Dileguato Dio, se tutto cambia nulla cambierà, E quel lavorìo che smonta ogni residua volontà Che ti rende sterile e che si fa metastasi. Ma ogni Uomo può scoprirsi disposto ad amputare Fino all'osso il tessuto e quel mondo rivoltare Sì da a metterne a nudo anche l'ultima ventraglia Se sfida scaglia. Perché ogni Uomo, ideando, può fondare degli Imperi, Può narrare cantando ciò che rese grande ieri Ogni odierno forzato di anomia e insignificanza, Quell'Uomo avanza. Nera anima burocrate, Stolte scienze di stregoni fai-da-te Che nascono sguattere a chi tiene le redini. Ecumenici profeti di una nuova umanità Come medici che fanno del contagio voluttà, Ma lingua di miele non dà che impulso ad ergersi. Perché ogni uomo che nasce è il segmento di una Storia Che chi dà per scontata accecato dalla boria Si ritroverà in cambio solo carte sparigliate E armi spuntate. Ci saranno comunque stirpi troppo ben riuscite, Temerari e geniali guastatori dell'ordito, Nuovi incauti incapaci a dividere con l'iniquo Lo spazio antico. Sarà l'Uomo-variante che la specie riprocessa Anticorpo alla parte tumorale di se stessa Sarà un uomo sereno sull'abisso e nella sfida Sarà ancora Vita.