Signore, da qui si domina la valle E a cento e a mille ne vedo Di cristi discesi sul selciato All'ombra d'alberi stizziti Al cospetto d'un cielo gravido ed ambrato Signore, da qui ne vedo a cento e a mille Di quelli che lei chiama mobili birilli Sono braccia, sono mani, sono occhi chiari e scuri Sono capelli imbrigliati fra le crepe dei muri Signore, da qui si sentono le voci Si leggono i contorni delle luci E ancora della notte i pochi fuochi accesi E ancora della notte i fiochi fiocchi appesi Sui rami della fede e della speranza Sui rami di chi crede nell'oltranza Sui rami della finita infinita storia Sui rami della madre memoria Signore da qui si domina la valle E a cento e a mille piegati sui ginocchi Affranti su grandi lenzuoli bianchi Amici, fratelli, sorelle, amanti Signore, cosa passa nella sua mente? Lo sguardo perduto nell'orizzonte I pensieri altrove, i capelli al vento Gli occhi lo specchio dello sgomento Signore, da qui si domina la valle E a cento e a mille ne vedo bruciare di sete Sciogliersi al sole come comete Lanciarsi nel vuoto dello sconforto Signore, da qui si sentono le voci Le grida invincibili della vita Fermi quest'odio, questa partita Questa maledetta follia infinita