Ardo in tacito foco, Neppure m'e concesso Dal geloso cor mio Far palese a me stesso Il nome di colei ch'e 'l mio desio Ma nel carcer del seno Racchiuso tien l'ardore Carcerier di se stesso, il proprio core, E appena sia contento Con aliti e sospiri Far palese a la lingua i suoi martiri. Se pur, per mio ristoro, Con tributi di pianto Mostrar voglio con fede A quella ch'amo tanto Che son d'Amor le lagrime mercede, Ecco'l cor, ch'esalando Di piu sospiri il vento Assorbe il pranto e quel umor n'ha spento. E con mio duol m'addita Che gl'occhi lagrimanti Sono muto le lingue ne gl'amanti. Qual sia l'aspro mio stato Ridir nol ponno i venti, Ne pur le selve o l'onde Undiro i miei lamenti, Ma solo il duol entro al mio cor s'asconde. E quale in chiuso specco Disfassi pietra al foco Tal'io m'incenerisco a poco a poco, E s'ad'altri la lingua E scorta alla lor sorte A me la lingua e sol cagion di morte.