Per chi vive sotto un cielo d'ardesia Che per esser cobalto si fa un po' pregare Per vedere le ceramiche azzurre Le azzurre azulejos ci tocca viaggiare O toccare con piedi dormienti Città di flamenco, di luce, di rosa Troppo pigre per essere oriente Perché intanto l'oriente ce l'han già sotto casa Le azulejos son ceramiche azzurre Son fresche di notte ma il giorno son fuoco E misuran lo spazio che corre Tra la tomba e la culla tra la storia ed il gioco E piastrellano dentro i palazzi La volta sospesa fra cielo e mare La distanza tra il sole e la luna Fra il fondo marino e il golfo stellare Quando il vento trascorre le Azzorre Col suo carico atlantico di corde di sale Col suo taglio di sole al tramonto Che trafora l'incendio della cattedrale. Le azulejos son ceramiche azzurre, Son fresche di giorno ma la notte infuocate Così simili al cielo ed al mare Che non pensi qualcuno possa averle inventate Così simili al canto e al silenzio Che piastrellano il delta dei fiumi La controra che dà per scontato Che l'ombra sia nuda fra spazi e profumi La controra che dà per scontato Che l'ombra sia viva e che possa fuggire Così simili al cielo ed al mare Che chi le ha inventate ha dovuto svanire Le azulejos le ceramiche azzurre Come azzurra la Vergine del Monte Carmelo E misuran lo spazio che corre Fra il piede e la riva, tra la mano e il cielo Quando il vento trapassa le Azzorre E le fa gridare attraverso la rete In un volo di stormi incrociati Falciati da un iride di fame e di sete La controra che dà per scontato Che spunti un ramarro tra le pietre sudate E che l'ombra sia un pezzo di notte Rimasto impigliato fra le volte e le arcate E che l'ombra sia un pezzo di notte Rimasto incantato tra le ore d'estate