Tornare a casa, dopo mesi, per le vacanze estive Fare due stime, usare internet solo per scrivere A un amico, "Ceni fuori?", che ora gli altri da sbandati Si sono trasformati nei loro genitori E già ti muovi in locali, magari lontani Dai pendolari che sfoggiano accenti nuovi Posti semivuoti, di cui conosci gli orari In cui puoi fingere di passare giusto da quelle parti Tu sbocciavi dentro un liceo classico Tra i tavoli di classi divise in classi sociali E io ho ancora quegli occhiali Quando ho chiari i confini di mani Sfiorite e fini che strofini sugli scontrini fiscali Hai gli zigomi scavati e i polsi magri È la maglietta a dire che sei tu, dalla targhetta col nome E non so se fare drammi, se preoccuparmi La magrezza accomuna una top model e una tessitrice del sleone Chissà se continui a fare il bagno di notte Con l'amica di vita con cui condividi i vinili di Coltrane E dividi i cocktail, quella che urla forte Poi delusa chiede scusa ed è come se nulla fosse Voi due sbronze, in mare, come lamantini A fare lacrime dagli occhi come lavandini Perché gli uomini non cambiano come la Martini Forse, sai, è per questo che li odiate come da bambini Ed aspiri a traguardi dopo lunghe corse, unghie morse Ma riguardati, la cura per la tosse Non passa dalla bruma che raduna sulle coste Le onde necessarie per tatuarti la luna sulle costole Da bambina ti feriva ogni spina dei fichi d'india Si può dire lo stesso anche dei ricci di mare Ogni spira che riporta alla riva qualche bottiglia Trascina le meduse su pelli nude e salate E forse crescere in Sicilia Ti insegna già da prima che vivere fa un po' male Ma quando torni a casa, abbassi la maniglia E trovi la famiglia, fai la valigia con cose che non sai raccontare Se potessi farei tante canzoni, ma senza il ritornello Che non si cantano e si ascoltano in silenzio Mentre il fumo delle candele è nel vento Al freddo e al gelo al centro, dal cero al cielo argenteo, ah E quanto li odiavamo i social network Che poi per me non sono altro che lo spazio bianco Tra la foto di un ragazzo appena laureato e un altro Egocentrico che pensa "Lasciami un commento, fammi un complimento" Ad agosto i pensieri mi accerchiano, li sento Li cerco, se in un posto non ho con me L'odore dell'inchiostro dentro al blocco note Che resta la mia Mononoke in questo bosco di parole monotone Lo so che sembri l'agave muta, la carne cruda L'amante nuda, la costa rossa, ma al chiaro di luna La borsa di posta da lasciare di corsa Alla volta della porta di Pablo Neruda Mani di un sarto con lo spago in un sacco di juta Sei la veduta di un campo per cui gli occhi non fanno Il cambio-valuta, la cesura dei canoni Dimmi quando non lavori e se vuoi guardare un film Apriamoci, scontriamoci, facciamo il CID O stiamo in silenzio che c'è poco tempo, infatti sono le sei Quando io e lei, la mattina al Pamoky Fingiamo di esser Ulay e Marina Abramović