Ti ricordi quella notte sulla spiaggia Le stelle si impigliavano nei capelli Le tue carezze dolci Lambivano i miei sogni E avanzavi sui miei fianchi come onde del mare Ci vedemo alle nove In stazione Volvamo andare via non improtava dove Poi facemmo l'amore Nei bagni di un bar La gente si chiedeva cosa stava succedendo E le tue labbra mi ricordo sapevano di sale E svanivano i tremori e il fumo della cittò E noi ci sentivamo vivi mentre Taranto bruciava Noi ci sentivamo vivi tenedoci le mani E mi chiedesti "perché piangi?" e se ti avevo fatto male E io ti dissi che il piacere non è altro che un dolore Straordinariamente dolce E a farci male è molto altro La rovina e la miseria, le fabbriche dell'ilva Ma ti ricordi com'era bella, Taranto dal treno? Il mar piccolo, le barche, le scritte sui muri Anche se erano solo le dieci sembrava d'essere al tramonto, Il tramonto infermo di una intera cività Dal finestrino dell'espresso salutammo la città Era l'addio di chi sa bene che un giorno tornerà Dal finestrino dell'espresso salutammo la città Era l'addio di chi sa behe che non si fugge dalla verità E mi chiedesti "perché piangi?" e se ti avevo fatto male E io ti dissi che il piacere non è altro che un dolore Straordinariamente dolce E a farci male è molto altro La rovina e la miseria, le fabbriche dell'ilva E mi chiedesti "perché piangi?" e se ti avevo fatto male E io ti dissi che il piacere non è altro che un dolore Straordinariamente dolce E a farci male è molto altro La rovina e la miseria, le fabbriche dell'ilva E mi chiedesti "perché piangi?" e se mi avevi fatto male E io ti dissi che il piacere non è altro che un dolore Straordinariamente dolce E a farci male è molto altro La rovina e la miseria, le fabbriche dell'ilva E mi chiedesti "perché piangi?" e se mi avevi fatto male E io ti dissi che il piacere non è altro che un dolore Straordinariamente dolce E a farci male è molto altro La rovina e la miseria, le fabbriche dell'ilva