Dimmi che passo hai in questa mattina fredda coi vecchi guanti rotti O tieni i pugni stretti in tasca Se hai messo il piede sulla grata e poi se quasi scivolato Dimmi se fa ancora paura Camminare sul vuoto del parcheggio interrato O accetti l'aria calda che vien da sotto Come il soffio di un ricordo che spinge dal basso I pomeriggi, la strada, un po' di asfalto liscio Andare più veloce sulla tavola a rotelle Alla ricerca di un altro tipo di equilibrio Ci siamo slogati le caviglie La nostra storia che ritorna a pezzi Come la macchina che abbiamo distrutto Come gli infiniti fallimenti nel dire l'alfabeto con un rutto Il ritmo di un cuore bovino nel petto Tu il basso, io la batteria Montata sul tappeto in camera da letto Mi manca stare al freddo sotto casa tua Parlare ancora due minuti che diventavano ore A mantenere accese la luce nelle scale, a prendere il raffreddore Io come sto? Le solite cose La macchina forata il giorno di natale Una vita a interpretare certe coincidenze strane Finisci la mia birra, mi gira già la testa Mi sono innamorato anch'io Peccato che anche lei fosse la stessa Non siamo riusciti mai a prenderci a pugni Noi quelli nati senza muscoli Ma senza paura di guardarsi negli occhi Mi manca stare al freddo, sotto casa tua parlare Come chiedevi allora ti scrivo una canzone Frammenti di qualcosa In cui ti puoi specchiare se vuoi o gettare altrove Il titolo è il tuo nome È solo un sasso contro il fiume, gettato contro la corrente È questo stare lungo i bordi e non riuscire a dirsi niente Parole che mordono l'interno delle guance