Anche se siamo qui agghindati fino all'ultimo bottone, Anche se il nodo alla cravatta ora lo sappiamo fare bene, C'è sempre qualche cosa che ci frega La posa innaturale o l'imbarazzo per le scarpe nuove. Oppure certi anni che ci tiran per la giacca A far mattino per vedere l'alba da una piazza, Certi anni che teniamo sempre in tasca Come pietre di fiume dentro il fazzoletto di stoffa. Dietro il teatro di fine settecento C'era il nostro di strada Improvvisato tra il cemento La luna certe sere era un elemento fisso Come il lampione che non si spegneva con un calcio Nel suo occhio di bue E come palco l'asfalto Senza copione ci siamo detti tutto Sotto certe finestre e il loro sguardo attento Se il vento sbatteva le imposte era L'applauso delle case attorno. Alzo il bicchiere Chiedo un altro drink Sembri invecchiato Meglio se non te lo dico Aggiustandomi il colletto Rido e faccio finta Di non averlo mai pensato Il campanile Si vede anche da qui Ricordi quando Contavamo fino a cento E appena dopo l'ultimo rintocco Era una festa anche il silenzio Questa sera voglio stare un po' in disparte, da qui Voglio guardarvi ridere e ballare, da qui Vedervi festeggiare, bere fuori modo, da qui Scattare la fotografia che ferma il tempo, da qui Da qui Scattare la fotografia che ferma il tempo, da qui Scattare la fotografia che ferma il tempo, da qui Da qui Da qui Da qui