Era un giorno come un altro ad Istanbul Lì viveva muhammed kareem abdul Commerciante e uomo di grande virtù Possedeva un agnello e niente più Quell'agnello ch'era tutto ciò che aveva Nonostante gli facesse un poco pena Lui lo prende ed allo spiedo se lo fa D'altra parte pure lui deve magna' Nonostante quella vita di trincea Stai a sentire questo turco cosa crea Mentre mangia quell'ovino ha un'idea Che vorrei che fosse stata prima mia "In Europa la pietanza esporterò Con piadina, insalata e pommodo' Un successo inusitato ci sarà Gli darò il nome di doener kebab" Parte abdul Da istanbul Col kebab e niente più Le nazioni dell'Europa sono tante Ed in tutte quante il cibo è rivoltante Ce n'è solo una che si mangia bene E diresti che di andarci non conviene Ed invece il nostro eroe ci si dirige Pensa "quello è il posto che più mi si addice! Nel paese dove il cibo è raffinato, che farò? Carne scrausa e condimenti dozzinali importerò" Il kebab Che cos'è? Abdul spiegacelo te Nel Paese della pizza e della pasta Caro abdul ma cosa ti sei messo in testa A nessuno la tua carne piacerà Dammi retta stai a sentire non ci andà Ma lui aveva il cuore gonfio di speranza E con somma cura e indomita perizia Quel negozio al fine lui lo costruì Rimanendo aperto sempre notte e dì Mano a mano che la voce si spargeva La pietanza sempre più piede prendeva Ed in breve tempo tutta la città Era in fila per mangiar il suo kebab Viva abdul Sai che c'è Della notte tu sei il re Così invece di pietanze salutari O di bombe o di cornetti o dolci vari Nelle notti che la fame ci attanaglia Non c'è niente meglio di sta meraviglia E vabbè che l'insalata sa di carta E vabbè che quella carne non è cotta Ma vuoi mettere il sapore della salsa Gioia immensa e poco senso di decenza Grande Abdul Da istambul Non andartene mai più Il kebab Fa impazzi Abdul resta sempre qui