Sento un peso sullo stomaco Forse cullo un litopedio nel grembo Il rimedio più economico È strapparmi dal corpo ogni lembo Più lento, più lento, io voglio sentire Ogni singola scaglia di vita svanire Nel vento, nel vento, io spargo le arterie Finché restano solo ossa e macerie Di quello che ero, uno scheletro in vetro Su cui costruire un neo me meno tetro Con una pelle senza nei né graffi Da inscrivere tutta con nuovi epitaffi Scendere in strada e potermi ammirare Nei vostri sguardi ricolmi di orrore Vedere che tutte le gocce di ego Che state piangendo riempiono un lago Ma la perfezione non dura mai molto E mentre mi specchio nel pubblico stolto Viene dalla fionda di un bimbo ribelle Un sasso scagliato contro la mia pelle La morde, la incrina, la scheggia, la spacca E anche se pare sia solo una tacca Il mio perfetto corpo di cristallo Si spezza e crolla steso sull'asfalto