Bello mio di papà, come stai?
Dalla foto ho notato che ti sei alzato
Io sto bene, mi manchi e lo sai
Ti do un bacio per ogni secondo passato
Mi sono domandato se ero un bel pensiero
Se ti guidavo o ero passeggero
Neanche a dire che papà è su una navicella
Non puoi vedermi se guardi il cielo
Ricevuti ordini, tu di anni ne avevi otto
Facevi i compiti in salotto
Era una bella poesia il "X agosto"
A costo di farmi rimanere me la ripetevi
Non eravamo più complici e mi dicevi
Sarei finito male, come le rondini
Ricordo molto poco dei fatti
Tranne che a tratti non trattenevi le
Lacrime su lacrime su lacrime
Guarda come cadono
Lacrime su lacrime su lacrime
Tutto è collegato da
Lacrime su lacrime su lacrime su lacrime
Lacrime su lacrime su lacrime
Piove sul bagnato
Bello mio, mi ricordo i primi passetti
I bacetti alla mamma quand'eri nel ventre
Poi una grande guerra, dopo l'atmosfera
Ogni bomba era una stella cadente
Mentre presero giovani, come adulti e anziani
A nomi e cognomi secondo le iniziali
Furono mandati in orbita
Ma nel ruolo di spazzini spaziali
Non vedere tuo padre cattivo
Ti ho abbandonato, sì, ma sei vivo
Dalla mattina fino alla notte
Vestito da angelo netturbino
Ancora mi ricordo una poesia di Pascoli
La vita mia è come quella delle rondini
E da quel giorno X di agosto, ti ho accanto e ti parlo
Tu ascoltami canto di
Lacrime su lacrime su lacrime
Guarda come cadono
Lacrime su lacrime su lacrime
Tutto è collegato da
Lacrime su lacrime su lacrime su lacrime
Lacrime su lacrime su lacrime
Tutto allagato
Lacrime su lacrime su lacrime
Guarda come cadono
Lacrime su lacrime su lacrime
Tutto è collegato da
Lacrime su lacrime su lacrime su lacrime
Lacrime su lacrime su lacrime
Piove sul bagnato
È una guerra, partiamo, io e lei ci guardiamo
La spargo di baci, la scorgo poi colgo un "ti amo"
Tu, figlio mio, guardami in volto
Io corro sul carro guardiano, andiamo
Biglietto nel palmo trascorro minuti a guardarlo
Lo apro, lo leggo, ti penso, ma piango
E non reggo l'intenso distacco e non posso
Rileggere più il "X agosto"
San Lorenzo, io lo so perché tanto
Di stelle per l'aria tranquilla
Arde e cade, perché sì gran pianto
Nel concavo cielo sfavilla
Ritornava una rondine al tetto
L'uccisero: cadde tra i spini
Ella aveva nel becco un insetto
La cena de' suoi rondinini
Ora è là, come in croce, che tende
Quel verme a quel cielo lontano
E il suo nido è nell'ombra che attende
Che pigola sempre più piano
Anche un uomo tornava al suo nido
L'uccisero, disse: "Perdono"
E restò negli aperti occhi un grido
Portava due bambole in dono
Ora è là, ora è là, nella casa romita
Lo aspettano, aspettano invano
Egli immobile, attonito, addita (addita)
Le bambole al cielo lontano
E tu, tu, Cielo, dall'alto dei mondi
Sereni, infinito, immortale
Oh, oh! D'un pianto di stelle lo inondi
Quest'atomo opaco del male
Lacrime su lacrime su lacrime
Tutto è collegato da
Lacrime su lacrime su lacrime su lacrime
Tutto allagato
Lacrime su lacrime su lacrime
Guarda come cadono
Lacrime su lacrime su lacrime
Tutto è collegato da
Lacrime su lacrime su lacrime su lacrime
Lacrime su lacrime su lacrime
Piove sul bagnato
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