LUNGI è la luce che in sù questo muro Rifrange appena, un breve istante scorta Del rio palazzo alla soprana porta. Lungi quei fiori d'Enna, O lido oscuro, Dal frutto tuo fatal che omai m'è duro. Lungi quel cielo dal tartareo manto Che quì mi cuopre: e lungì ahi lungi ahi quanto Le notti che saràn dai dì che furo. Lungi da me mi sento; e ognor sognando Cerco e ricerco, e resto ascoltatrice; E qualche cuore a qualche anima dice, (Di cui mi giunge il suon da quando in quando. Continuamente insieme sospirando,)— "Oimè per te, Proserpina infelice!"