Eyo sbuffa la città meccanica nella truffa della noia Cartoonia coi miei sogni sciolti in salamoia Fino all'ultima cartuccia, gambe inchiodate al pubblico Bocche sigillate al caldo dell'estate umido Sopra il pulpito un altro suddito Avverte che il padrone vuole sempre tutto e subito Dubito possa vedere queste ossa rotte Dall'alto dei suoi grattacieli che trafiggono la notte Ma quaggiù un altro Stato è un altro prato Ingiallito dai laghi di percolato Chi l'ha sperimentato ruba Non gli resta che direzionarsi dove avrà avvistato vie di fuga Senza alcun rimorso a cui volgersi Perché la corrente segue sempre il corso nonostante i vortici Perché l'uomo è un corpo che potete incatenare Ma fin quando non è morto c'ha il diritto di sognare Altro che fabbriche tramonti sopra le rapide Anime sparate dal centro di una piramide Strade arabiche, grotte di rocce laviche Vento sulle poppe di flotte transoceaniche Una libertà di cui non siamo il giudice Eppure eccola là, oltre 'ste finestre sudicie Riverberata sulle nostre macchine seriali Sulle nostre scrivanie, sopra i nostri calendari Stufi di ripetere 'sto mantra Imbottigliati nello stesso ingorgo iniziato nei '60 Dirimpetto al solito semaforo che non so come Ogni volta che ritardo si colora d'arancione In bagno a guardarti allo specchio ossuto Ammira la persona più assente che tu abbia conosciuto Stanco, tenti di dimenticarlo Ma rimarrà come l'alone di un quadro su un muro bianco In bilico, certe notti il mondo è così libero Nel mitico riflesso di vita dello Zodiaco Tipico d'aquile senza meta nel ripido Volo verso Creta nel cielo di ferro liquido E ti arrendi, di questi tempi va a finire che comprendi Che per stare bene è meglio se ti vendi Ok senti, a chi menti? per quanto prendi Non ricompri la vita con gli stipendi Ornati di futilità in città incantati Incartati fra muri incrostati e 2 prati segati Per carità grati della libertà a strati ma per parità Il vostro egoismo vi sotterrerà L'anima, con affissioni nel vostro viso In depressioni da barometro impazzito Il subconscio che v'afferrerà con la sua mano Vi insegnerà cosa non può essere un essere umano Una libertà di cui non siamo il giudice Eppure eccola là oltre 'ste finestre sudicie Riverberata sulle nostre macchine seriali Sulle nostre scrivanie sopra i nostri calendari!