Quando mi ha chiesto di prendere tutte le mie cose I miei libri e le mutande, gli scontrini e le ciabatte L'albero di natale finto, la coperta di pile a quadri rossi I giubbotti estivi e i cappotti invernali Le mie impronte lasciate per terra I miei sguardi posati dappertutto, i capelli affogati nella doccia Il sapore delle mie labbra nei frammenti di pelle impercettibile Lasciata sulle forchette, io che entro nella sua vita E le do il buongiorno tutte le mattine Imparo a riconoscere il suo modo di camminare E di rispondere al telefono Lei che mi prende in giro perché mangio lentamente Ma io non voglio che la cena finisca Il suo modo di arrabbiarsi e le calamite che abbiamo in tasca La porto al cinema, le faccio la calza per la befana La sogno la notte che la uccidono e io non la so salvare Imparo a riconoscere ad occhi chiusi il suo respiro Le misuro la pressione, la sento cantare nella stanza accanto Gli anelli lasciati sul comodino Che ci ha giocato il gatto tutta la notte Le rubo il naso come si fa con i bambini Rimaniamo per ore incastrati uno nelle gambe dell'altro Dormiamo il pomeriggio senza sentirci in colpa La riporto in macchina dopo una gita al lago E si addormenta cullata dai dossi della strada Io che mi sveglio a metà del sonno E come un cucchiaio la raccolgo come fosse un gelato Per tenerla vicino mentre si scioglie Ridiamo per una sciocchezza Una chiamata di lavoro interrompe un bacio Tienimi per mano, si tengono tutti per mano Ragazzone stai tranquillo, tra cent'anni saremo grandi Chi pensavi di esser diventato A tener lo zaino su una spalla sola? Andiamo a vedere i ghiacciai, che si sciolgono Anche loro ad un tratto si lasciano andare E come le cose che non si sanno Ti nasconderesti nei frammenti di silenzio Quelle pause a cui nessuno fa caso, dove ti senti al sicuro E un giorno di questi che non piove ma che non fa nemmeno troppo caldo Ti vengo a prendere e ti porto nel bosco Ci vestiamo di fogliame come i sopravvissuti e smettiamo di parlare Basterà guardarsi negli occhi e accennare un sorriso Per capire cosa siamo diventati veramente Due scemi gnudi in mezzo a un bosco Vieni qua e levami il malocchio, due gocce d'olio nell'acqua Vieni qua e lavami via la paura Ragazzone stai tranquillo, tra cent'anni saremo grandi Chi pensavi di esser diventato A tener lo zaino su una spalla sola? Andiamo a vedere i ghiacciai, che si sciolgono Anche loro ad un tratto si lasciano andare