Vedo un uomo indossare la sua faccia ogni mattina Che bello, la modella come plastilina Un rumore che lo riempie Un dolore nelle tempie che non passa con un'aspirina Trapassa come un'asta nella gelatina e che non c'era prima Che congela come brina E arriva come pioggia novembrina Ma acida, che gli lacera la pelle Fino alla stiva della sua autostima E tu immagina, immagina le stelle Un'immagine esaustiva di quello che sentiva Una gioia che sembra che ti sospende Che paralizza, che ti sorprende Al punto che pare di non pensare, di non pesare Come una brezza leggera che ti sorregge, io l'ho provata Mi rimangono le schegge, l'ho persa dopo un battito di ciglia E quando avverti la brezza che ti sorregge Precipiti nel vuoto ma non sai per quante miglia Scusa Marrama Il problema non è mica l'atterraggio, è la caduta Mi servirebbe quel coraggio per rincorrere una cosa già perduta Io non l'ho mai rincorsa Illuso di potermene scappare dalla morsa Restarmene alla porta, si fotta quel che sento Uscivo dal mio cuore e lasciavo le chiavi dentro Uscivo dal mio cuore e lasciavo le chiavi dentro Uscivo dal mio cuore e lasciavo le chiavi dentro