E il soffitto parlava e la stanza girava Quando chiese il suo nome, lei ingoiava parole con accento straniero Lei seguiva un pensiero che portava lontano Oltre un lago gigante, Dove il freddo è costante, in estate e in inverno Con le spalle alla notte e il mattino alle porte La finestra si apriva, la luce feriva come sale negli occhi Lui le porse un bicchiere e le versò da bere Come una porta aperta su una vita diversa, su una nuova stagione È una storia rubata alla legge del tempo Quando dentro a un albergo il rumore si è spento Lei percorse la stanza in un passa di danza Non la vide mai più... si chiamava Lulù Lui sfogliava i ricordi come fossero fiori I bagliori d'infanzia, i momenti peggiori Poi prese il cappello dal fondo del letto Scese le scale dalla cima del tetto Lei si era svegliata in un colpo di ciglia Restava in silenzio, pensando a sua figlia Giorni passati a lenire il dolore Notti trascorse a inseguire l'amore È una storia rubata alla legge del tempo Quando dentro a un albergo il rumore si è spento Lei percorse la stanza in un passa di danza Non la vide mai più... si chiamava Lulù