Fame e macerie sotto i mortai Come l'acciaio resiste la citta' Strade di Stalingrado, di sangue siete lastricate; Ride una donna di granito su mille barricate. Sulla sua strada gelata la croce uncinata lo sa D'ora in poi trovera' Stalingrado in ogni citta'. L'orchestra fa ballare gli ufficiali nei caffe', L'inverno mette il gelo nelle ossa, Ma dentro le prigioni l'aria brucia come se Cantasse ildell'Armata Rossa. La radio al buio e sette operai, Sette bicchieri che brindano a Lenin E Stalingrado arriva nella cascina e nel fienile, Vola un berretto, un uomo ride e prepara il suo fucile. Sulla sua strada gelata la croce uncinata lo sa D'ora in poi trovera' Stalingrado in ogni citta' Cinque di Marzo del Quarantatrè Nel fango le armate del Duce e del re Gli alpini che muoiono traditi lungo il Don Cento operai in ogni officina Aspettano il suono della sirena Rimbomba la fabbrica di macchine e motori Più forte il silenzio di mille lavoratori E poi quando è l'ora depongono gli arnesi Comincia il primo sciopero nelle fabbriche torinesi E corre qua e là un ragazzo a dar la voce Si ferma un'altra fabbrica, altre braccia vanno in croce E squillano ostinati i telefoni in questura Un gerarca fa l'impavido ma comincia a aver paura Grandi promesse, la patria e l'impero Sempre più donne vestite di nero Allarmi che suonano in macerie le città Quindici Marzo il giornale è a Milano Rilancia l'appello il PCI clandestino Gli sbirri controllano fan finta di sapere Si accende la voglia delle camicie nere Ma poi quando è l'ora si spengono gli ardori Perché scendono in sciopero centomila lavoratori Arriva una squadraccia armata di bastone Fan dietro fronte subito sotto i colpi del mattone E come a Stalingrado i nazisti son crollati Alla Breda rossa in sciopero i fascisti son scappati