La doppia infanzia è appena ieri L'assenza era sotto i bicchieri scolati sul marmo Il richiamo formicola ancora nel grano: Le lucciole, presenze intermittenti Tra i monumenti e i mari E gli sterrati lunari Il senso dei riti schiantati Nell'atrio della casa popolare Si può seppellire o studiare Per rabbia lo puoi pregare Intatto (Odio imperfetto Dispetto, disperazione: Faccia-facciamo che noi eravamo) Certo però, se ti tocca sognare alla rovescia E se la marcia indietro nemmeno basta E ci vuole la morte Vuol dire almeno che il presente È una morte peggiore, e che il futuro "Da quando ha avuto l'incidente Non ha memoria, non dice quasi niente" Note Le lucciole, gli insetti della svista, dell'illusione ottica, Si possono catturare (se è la stagione) con apposite filastrocche Infantili. Lasciate sotto un bicchiere capovolto titta la notte, Si trasformano in monete. Delle lucciole si parla in un articolo di P. P. Pasolini pubblicato sul "Corriere della Sera" il I ° Febbraio 1975, e ripubblicato in "Scritti Corsari" (Milano, 1977) Faccia-facciamo che, ecc.: In certe regioni d'Italia i bambini usano il tempo imperfetto per Stabilire le regole dei giochi e per assegnare le parti. L'uso del passato anziché del futuro nei preliminari, Rinforza il carattere di finzione e dà un tono epico al progetto. Spesso il gioco si esaurisce nei preliminari, E consiste nell'invenzione di possibili regole, rapporti, storie