Vent'anni tra milioni di persone Che, intorno a te, inventano l'inferno Ti scopri a cantare una canzone Cercare nel tuo caos un punto fermo Vent'anni, né poeta né studente Povero di realtà, ricco di sogni Vent'anni e non sapere fare niente Né per i tuoi né per gli altrui bisogni Vent'anni e credi d'essere impotente Vent'anni e solitudine sorella Ti schiude nel suo chiostro silenzioso Il buio religioso di una cella La malattia senile del riposo Vent'anni e solitudine nemica Ti vive addosso con il tuo maglione Ti schiaccia come un piede una formica Ti inghiotte come il cielo un aquilone Vent'anni e uscirne fuori è fatica Vent'anni e stanza ormai piena di fumo Di sonno, di peccati e di virtù Lasciandoti alle spalle un altro uomo Dovresti finalmente uscire tu Vent'anni e il vecchio mondo ti coinvolge Nel suo infinito gioco di pazienza Se smusserai il tuo angolo che sporge Sarai incastrato, senza resistenza Vent'anni, prima prova di esperienza Vent'anni e ritagliare i confini Di un amore che rinnova l'esistenza E ritrovarsi ai margini del nuovo Scontento della tua stessa partenza Vent'anni e una coscienza rattrappita Che vuole venir fuori e srotolarsi Come tendere un filo tra due dita Vedere quanto è lungo e misurarsi Vent'anni, fare i conti con la vita Vent'anni e già vorresti averne trenta Esserti costruito già un passato Vent'anni e l'avvenire ti spaventa Come un processo in cui sei l'imputato Vent'anni, strano punto a mezza strada Il senso dei tuoi giorni si nasconde Oltre quella collina mai scalata Di là dal mare e dietro le sue onde Vent'anni, rabbia, sete e acqua salata