Ti racconto di lei Che rapì i giorni miei Sai, la chiamavano Euphemia Nikic Ma chi fosse lei Non l'ho capito mai Seppi soltanto Caderle ai piedi Nel tintinnio Dei suoi monili Andò in frantumi Ogni memoria di me Lo so io Quanto m'illusi Se non mi credi Chiedi alla neve di Szvaby Che vide i miei sogni Impigliarsi tra i rami Beccati dai corvi Mangiati dai cani Traditi a silenzi Dall'amore mio La baciai, mi baciò Una sera però C'era bufera Nei suoi pensieri E senza un perché Mi derubò di sé Disse: "Appartengo Ai miei desideri" Gli occhi di Dio Erano chiusi Quando mi arresi Casa mia Era l'osteria E fu oblio D'alcool a fiumi Tu cosa bevi? Chiedi alla neve di Szvaby Che ascolta le storie Dei morti e dei vivi Custode di tutti I più neri sospiri Lei sola sa quanto Amai l'amore mio Oh, il mondo è ghiaccio Io solo un pagliaccio Disteso sul manto bianco Guardavo in alto Oltre le stelle Fredde davanti Al mio sgomento Lampo! In un momento Il cielo è spento Nel buio immenso Andavo dritto All'altro mondo Allora sì Fu chiaro che Su questa terra Un barlume di vero Non c'è Sotto la neve di Szvaby Dimora il mio cuore Sepolto tra i rovi Svuotato d'incanti Campato di stenti Racconta ai viandanti Come si spezzò